Luisa Zoncheddu

Vice Console Onorario

Provenienza: 
Illorai
Risiedo: 
Sarnia, ON
Canada

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Luisa Zoncheddu

Vice Console Onorario (Sarnia)

Nata ad Illorai (SS) nel 1957, sono una persona piena di vivacità, entusiasmo, spontaneità, ottimismo e franchezza, qualità purtroppo non sempre bene accolta e spesso fraintesa. Fra i miei interessi personali spicca la lettura, sia in italiano che in inglese. 
Pur avendo tanta forza di carattere ho un grande spirito di adattamento e, grazie alla facilità di parola, capacità di comunicare e alle spiccate doti di osservazione e percezione, ho una netta predisposizione alla leadership. Coscienziosamente scrupolosa, tendo a voler rendere al massimo delle mie capacità, umilmente chiedendo le giuste indicazioni di modo da completare il compito in maniera accurata al primo tentativo, piuttosto che aver la presunzione di sapere, rischiando l’umiliazione di essere corretta e dovendo poi ripetere tutto. 
Illorai è il mio paese natìo e vi sono rimasta fino al termine delle scuole medie inferiori, in seguito alle quali mi sono trasferita provvisoriamente ad Ozieri (SS) per poter frequentare il Liceo Scientifico Antonio Segni. Subito dopo il Liceo, tornata a casa, ho incontrato quel che sarebbe diventato mio marito, Natale Solinas, anzi, preciso che lo ho ri-incontrato: infatti era stato mio compagno di scuola fino alla terza elementare, lui bambino monello intento a giocare con i suoi compagni di scuola, io coscienziosamente studiosa. Aveva scelto il banco dietro al mio e mi accarezzava spesso i capelli, cantando “Muzzere mia pizinna” e, da buon opportunista, tutte le mattine mi convinceva a fargli copiare i compiti promettendomi la merendina all’ora di ricreazione come premio. Manteneva la promessa, dicendo a tutti che ero la sua “fidanzata”, con mia grande mortificazione. La sua famiglia emigrò poco tempo dopo e ci perdemmo di vista fino a quando venne in Italia in occasione delle feste di Natale e ci innamorammo. Ora ero davvero la sua “fidanzata” e nel 1979 ci sposammo ad Illorai. Il vanto del bimbo di otto anni diventò così felice (tuttora) realtà. 
Un mese dopo il matrimonio mi portò in Canada per condividere la sua vita ed il suo futuro, mantenendo le belle promesse fatte. Iniziammo così la nostra vita insieme, lui lavorando in raffineria ma continuando a fare meravigliosi lavori nella sua falegnameria (è in realtà un artista, i suoi pezzi sono rinomati per la loro perfezione ed armonia di linee) ed io frequentando dei corsi di dattilografia e dedicandomi all’approfondimento della lingua inglese al Lambton College, desiderosa di acquisire un’ottima padronanza dell’inglese scritto e orale. In merito vorrei condividere un fatto curioso: durante i miei anni al liceo avevo la netta sensazione che un giorno avrei parlato l’inglese quotidianamente e, pur non capendone la ragione, continuavo a studiare e praticare la lingua in aggiunta ai compiti assegnati, anche perché ormai ne amavo i suoni. 
Quasi subito la comunità italiana di Sarnia mi coinvolse chiedendomi di partecipare a diverse attività: 
- lettrice durante la celebrazione domenicale della Santa Messa nella Parrocchia di San Pietro, riconoscendomi un “italiano schietto ed accurato” come lo definiva la congregazione, qualità tipica di noi sardi visto che, essendo sardo ed italiano due lingue nettamente distinte, raramente le contaminiamo con accenti e inflessioni dialettali; 
- segretaria per la stesura dei verbali dell’Associazione Santa Francesca Cabrini di San Pietro, fino alla chiusura della Chiesa avvenuta nel 2007, divenendo membro attivo dei vari comitati che svolgono volontariato nella comunità italiana di Sarnia; 
- assistente dell’allora Vice Console Onorario d’Italia in Sarnia per la traduzione di documenti, lettere e - con grande cautela vista la considerevole responsabilità - analisi mediche, ogni qualvolta ne avesse bisogno; 
- interprete occasionale, in tribunale, a connazionali ed in seguito preparandoli ad affrontare l’esame per ottenere la Cittadinanza Canadese, facendo loro anche da interprete durante il colloquio con il Giudice. 
Intanto, la nostra famigliola accolse due nuovi membri: Giuseppe nel 1980 e Michela nel 1987. 
Nel frattempo, impegnata a tempo pieno con la casa piuttosto ampia e la famiglia, decisi che per il momento avere anche un impiego a tempo pieno sarebbe stato eccessivo, così optai per il lavoro occasionale di interprete con due ditte che mi assegnano tuttora incarichi, in base alla necessità dei loro clienti di questa zona.
Qualche anno dopo il mio arrivo in Canada iniziai ad insegnare la lingua italiana per l’asilo, le scuole elementari e medie; in seguito mi feci promotrice del corso estivo giornaliero che ebbe grande successo fra studenti e genitori – e che è ancora operativo – e divenni la Coordinatrice del programma che curo tuttora. 
Desiderosa di mantenere il legame con l’Italia, nonostante i numerosi impegni mi venne spontaneo da subito impartire lezioni private d’italiano a studenti che si recano in Italia per scambi scolastici e di lingua inglese a quelli che vengono dall’Italia, creando il mio proprio programma d’insegnamento che applico tuttora. Penso per la stessa ragione, quando le Scuole Medie Superiori mi invitarono a fare delle presentazioni sull’Italia, decisi di accettare, preparandole con ricerche, foto e video sulle città e Regioni più belle e interessanti e immancabilmente includendo l’incredibile “Selvaggio Blu” della nostra Sardegna. Studenti ed insegnanti le accolgono con tale entusiasmo da indurli ad organizzare apposite gite scolastiche. È questo orgoglio e questa voglia di far conoscere la nostra bella Italia e la nostra incredibile Sardegna che non mi fanno sentire la stanchezza che è immancabilmente dietro a tanto lavoro; è con orgoglio e passione che quando la Biblioteca Centrale della Contea di Lambton mi chiede di raccomandare la scelta di testi di autori italiani, in lingua italiana, affinché possano renderli disponibili al pubblico, passo ore facendo ricerca scrupolosa affinché il pubblico venga conquistato dalle nostre favole, dalla nostra cultura, dalla nostra storia. 
I miei anni di lavoro fra i nostri connazionali e la mia esperienza di interprete han fatto sì che il L.I.P. (Lambton Immigration Partnership) - diretto da funzionari del governo canadese - mi invitasse a far parte del gruppo di volontari che avrebbe disegnato un programma di servizi di assistenza – incluso quello di interpretariato – che facilitasse l’integrazione di nuovi immigrati di altre nazionalità. 
È la passione per il nostro Paese che mi ha indotto ad accettare l’incarico che mi impegna ormai a tempo pieno: dal 07 dicembre 2004 sono Vice Console Onorario d’Italia in Sarnia e Contea di Lambton, entro la circoscrizione del Consolato Generale d’Italia di Toronto. Nello svolgere le mie funzioni, con l’obbiettivo di ottenere dei risultati che a mio avviso dovrebbero essere sempre e solo ottimi, e perché credo vivamente che sia giusto trattare gli altri come vorremmo essere trattati noi, accolgo il pubblico in maniera professionale, efficiente, rispettosa e sollecita, così da mantenere il livello di prestigio per cui il nostro Paese è conosciuto, pienamente consapevole che un Vice Console è il biglietto da visita nel mondo della nostra bellissima Italia, che rappresento con orgoglio da quasi dieci anni. Pur avendo detto ciò, a mio giudizio, essere Vice Console più che un incarico è una missione vera e propria; io l’ho abbracciata come tale, convinta che un bravo Vice Console - più che apporre firma e sigillo - ha il compito di saper sostenere, guidare e consigliare i propri connazionali, offrendo la massima assistenza, anche rubando tempo prezioso alla propria famiglia, pur di essere di supporto in qualsiasi momento egli venga chiamato ad intervenire. 
Forse per questo mio “credo”, il 13 gennaio 2009 mi è stata conferita l’Onorificenza di Cavaliere della Repubblica all’Ordine della Stella della Solidarietà Italiana, alla presenza del Dott. Gianni Bardini, Console Generale d’Italia in Toronto. 
Il 31 dicembre 2009 la Città di Sarnia mi ha conferito l’Onorificenza della “2009 Mayor Honour List” (Lista d’Onore del Sindaco 2009) per “… aver migliorato la qualità di vita e aver dato un significativo contributo alla Città di Sarnia” 
Nell’esercizio delle mie funzioni di Vice Console, ma anche al di fuori di esse, sono attiva all’interno della comunità italiana e canadese organizzando, anche con l’ausilio e la collaborazione di altre Associazioni di Italiani presenti in loco, raccolte fondi a beneficio di ospedali e di comunità colpite da catastrofi naturali. Ne cito alcune, come la raccolta fondi a beneficio del reparto oncologico del nostro ospedale, di cui sono stata promotrice, in memoria del Vice Console che mi ha preceduto; quella in occasione del terremoto nell’Abruzzo nel 2009, in collaborazione con il Dante Club Sarnia; quella dell’alluvione in Sardegna del novembre 2013, per cui - spinta dalla compassione per la mia gente - ho particolarmente sentito il dovere di sensibilizzare la comunità, in seguito inviando i fondi raccolti al Comune di Torpè (NU), constatando con sollievo che altre Associazioni ne stavano seguendo l’esempio, inviando a loro volta i fondi raccolti ai Comuni da loro scelti. 
Ci tengo a far presente che sono molto felice della mia vita in Canada; se tornassi indietro nel tempo rifarei le stesse scelte. Vivo una vita familiare molto serena, col pieno supporto dei miei cari in tutte le mie attività; professionalmente - pur avendo tantissimi impegni legati al mio ruolo - sono molto gratificata, in quanto la comunità mi apprezza per il mio impegno nell’assisterla, i miei superiori mi dimostrano costantemente la loro gratitudine e stima e le Autorità locali considerano inestimabile il mio contributo alla città. 
Non posso poi che dar credito a questo meraviglioso Paese per avermi abbracciato fin dall’inizio, dove è possibile per un operaio vivere un tenore di vita impensabile in altre parti del mondo. Da un sondaggio internazionale pubblicato nel 2012 da OECD (Organization for Economic Cooperation and Development), il Canada risulta essere il Paese più istruito del mondo, in quanto oltre il 50% dei suoi residenti hanno la laurea, ed è forse questo che assicura ai giovani un futuro. Questo è un Paese molto civile dove le persone vengono trattate con rispetto indipendentemente dalle origini, anzi, incoraggia gli immigrati a preservare la loro cultura, usi e costumi e offre loro assistenze e servizi che facilitano la loro integrazione nella società. Il rispetto per i diritti umani è sacrosanto, la discriminazione pressoché inesistente e la violenza è, per la maggior parte, relegata ai grandi centri urbani. Sarnia, nel sud-ovest dell’Ontario, ha quasi 100.000 abitanti, vanta una legione di volontari capaci di assolvere innumerevoli funzioni e, se dovessi scegliere due parole per definirla, userei “serena” e “armoniosa”. Le strade sono prive di cartacce, gli autisti sono incredibilmente civili e cortesi e la cortesia è la parola d’ordine agli sportelli di servizio di banche, poste ed uffici pubblici in genere, dove nessuno spinge per essere servito prima. Mi ritengo fortunata a vivere in Canada, un Paese ideale e bellissimo, dove tutto è maestoso, dai laghi che sembrano mari, alle immense distese delle praterie, alle montagne che sembrano toccare il cielo, al verde dei pini che sembra continuare all’infinito. Non è stato un sacrificio amare il Canada, sarebbe difficile non farlo. Il sacrificio sta solo nella distanza dalla terra natia e dai nostri cari, ma forse il dolore della lontananza ci ha dato la giusta misura dell’amore che nutriamo per la nostra gente e la nostra terra e del valore del nostro patrimonio culturale. Mi si fa spesso la domanda: “Tornerai a vivere in Sardegna?” e io rispondo sempre che “Il cuore mi dice che vorrei vivere il resto della mia vita nella terra che tanto amo e con la famiglia di origine che tanto mi manca, ma la mia mente mi ricorda quanto viva bene qui. E devo ascoltare la mia mente. Inoltre, nell’emigrare mi son privata della mia famiglia di origine, vivendo lunghi momenti di solitudine e nostalgia durante tutta la mia giovinezza; se dovessi rientrare in Sardegna significherebbe condannarmi alla stessa solitudine e nostalgia, perché mi priverei della famiglia che mi son creata, dei miei figli e del mio meraviglioso nipotino, Massimo”. 
Ho trascorso la maggior parte della mia vita in Canada e, come ho già detto, questo è un Paese che merita il mio rispetto e indubbiamente anche il mio affetto, ma non posso fare a meno di considerarmi italiana e, ancor di più, figlia della terra che amo visceralmente e che porterò sempre nel cuore: la mia indimenticabile Sardegna.

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